Grave fuga radioattiva in Francia con perdita di trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno

Francia: Fuga radioattiva da centrale nucleare Tricastin.

Materiale radioattivo rilasciato negli effluenti.

Disastri ambientali - Francia: Fuga radioattiva da centrale nucleare Tricastin
Categoria: Disastri ambientali | Giovedi 30 Dicembre 2021 - 22:00:34

Straripa un serbatoio della Centrale Nucleare di Tricastin riversando nelle falde acquifere quasi 900 litri di effluenti contenenti trizio, un isotopo radioattivo.

Centrale Nucleare di Tricastin in Francia: grave incidente


A Drôme, uno dei siti nucleari più antichi della Francia, c’è stata una cospicua perdita di trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno.

Il trizio, o tritio o anche idrogeno-3 è un isotopo radioattivo dell'idrogeno di simbolo ³H o T.
E’ composto da un nucleo formato da un protone e due neutroni, con pressione e temperatura standard il trizio forma un gas di molecole biatomiche.

I livelli di radiazioni che sono stati registrati nelle acque sotterranee hanno raggiunto i 28.900 becquerel per litro (Unità di misura del Sistema Internazionale per misurare l'attività di un radionuclide, il numero di decadimenti che avvengono in 1 secondo su di un materiale).

EDF e ASN rassicurano sul livello di contenimento radioattivo


La società responsabile delle operazioni tecniche sull’impianto, la EDF e l’autorità di vigilanza che si occupa della sicurezza nucleare in Francia, l’ASN, hanno rassicurato sul contenimento delle fuoriuscite di materiali radioattivi.

Quest’ultima la ASN ha comunque confermato che circa 900 litri di effluenti contenenti trizio sono riusciti a penetrare nel sottosuolo e questo mette a rischio di inquinamento radioattivo le falde acquifere.

Anche la società EDF, che gestisce direttamente l’impianto nucleare francese, ha rassicurato attraverso un comunicato stampa che la perdita dell’isotopo radioattivo è stata contenuta e che non si rischierebbero gravi contaminazioni delle falde acquifere.

Tricastin, Francia: cause e dinamiche dell’incidente nucleare


Il Trizio viene rilasciato e infine raccolto negli effluenti successivamente alla produzione di energia elettrica all’interno dei reattori nucleari.
Dai primi rilevamenti l’incidente verificatosi alla centrale nucleare di Tricastin è stato causato proprio da una perdita dovuta allo straripamento di uno dei serbatoi che raccolgono gli effluenti dell’impianto nucleare.

In questo caso sono fuoriusciti più di 900 litri di effluenti contenenti Trizio nelle falde sotterranee e questo causerà molto probabilmente una progressiva contaminazione del terreno.

La centrale nucleare di Tricastin ha già avuto vari problemi tecnici negli ultimi 2 anni, per circa una dozzina di volte si sono verificati differenti malfunzionamenti all’impianto nucleare, oltre allo spegnimento di ben 4 reattori per necessità di manutenzione.

40 anni di energia nucleare in Francia


La Francia ha avviato la produzione di energia nucleare da quasi mezzo secolo e parte delle sue centrali ha ormai più di 40 anni.
Il governo francese ha recentemente comunicato l’intenzione di prolungare ulteriormente l’attività di tali centrali, come quella di Tricastin, invece di farle dismettere, rilanciando attraverso il presidente Macron la costruzione di altre centrali nucleari nel paese.

Il nucleare in Francia ha generato più del 50% di energia elettrica totale negli ultimi anni.
Da oltre 10 anni sono in totale 19 le centrali nucleari per la produzione di energia elettrica presenti in Francia, contenenti complessivamente ben 58 reattori nucleari attivi più 1 in costruzione e 7 che sono stati ormai dismessi.

Energia nucleare in Italia


Nonostante gli incidenti che ogni tanto accadono nei paesi che sfruttano il nucleare, in Italia si sta risvegliando un certo interesse per la produzione di energia attraverso lo sfruttamento della fusione nucleare.

Ad oggi n Italia non sono presenti centrali nucleari attive, nonostante in passato anche da noi lo sfruttamento della fusione atomica sia stata importante nello sviluppo del paese.

I referendum contro il nucleare in Italia


L’energia nucleare in Italia è stata sfruttata per quasi un trentennio (dal 1963 al 1990), oggi ci ritroviamo cinque centrali nucleari dismesse dopo il raggiungimento dei limiti di età e infine anche dopo i 3 referendum nazionali del 1987 indetti a seguito dell'incidente di Cernobyl del 1986.

Il responso dei referendum fu che circa l'80% della popolazione votante confermò di non volere l’energia nucleare.

La reintroduzione dell'energia nucleare in Italia tornò in auge fra il 2005 ed il 2008 ma venne definitivamente chiusa con il referendum abrogativo che si svolse nel 2011.
Con questo referendum furono abrogate alcune disposizioni che erano state messe in atto per agevolare la costruzione di nuove centrali nucleari.

Le centrali nucleari presenti in Italia


Come già accennato, la produzione di energia nucleare in Italia, ebbe inizio nel 1963 con l’inaugurazione della prima centrale elettronucleare di Latina per poi interrompersi nel 1987 dopo il referendum promosso a seguito dell’incidente avvenuto nella notte del 26 aprile 1986 alla centrale di Chernobyl (Ucraina), ancora parte della vecchia Unione Sovietica.

Successivamente furono chiuse negli anni 1988 e 1990 gli altri impianti nucleari che però sono ad oggi ancora li, dove furono costruiti decine di anni fa.

Le centrali nucleari presenti in Italia sono 5 e si trovano a Latina, Trino Vercellese (Vercelli), Garigliano (Caserta) e a Caorso (Piacenza).
Esistono ancora anche gli impianti utilizzati per i cicli di combustibile tra cui quello presente a Roma, l'Opec di Casaccia, i due a Matera la Ipu e la ltrec di Rotondella.

Poi abbiamo l’impianto Fn per la produzione del combustibile nucleare presente a Bosco Marengo (Alessandria), Eurex di Saluggia (Vercelli), e infine il reattore adibito alla ricerca chiamato Ispra-1 nel CCR-Ispra (Varese).

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